NEL TUNNEL
No.
Non stare con l’animo in ansia
in attesa che il treno,
tornando alla luce,
ti arrechi un sollievo.
Un abisso è davanti
e un abisso è didietro;
e tu in fondo ti senti annaspare.
Ma fuori da quello
la vita sorride,
sorride.
Ma no.
Non mirare quel bel panorama
così attentamente.
T’accorgi ben presto
che tutto sovrasta
e t’avanza in grandezza.
No. Non mirare.
Il treno sferraglia.
Tu lascia che culli il tuo sonno.
Oh no,
non sentire quel bimbo che piange
con tanta insistenza.
Non sentirlo con tanta attenzione.
Finirai col sentire
a lui intorno
i fratelli e la madre
ed il padre.
E piangono tutti
ciascuno a suo modo.
Guarda fuori
quel volo d’uccelli,
così non ci pensi.
Ma no,
non guardare quel volo d’uccelli!
Non guardarlo così intensamente.
Potresti invidiare
quei battiti lievi
d’accordo col vento.
E alla lunga
odieresti il tuo passo.
Non guardare,
ma pensa con l’occhio socchiuso
a quanto di buono
la vita t’appresta.
Tu pensa
e sorridi con l’occhio socchiuso.
Il treno sferraglia.
Nel tunnel s’affonda
all’oscuro, all’abisso.
Tu più non sorridi.
La gloria fu breve
e del tunnel fu colpa.
Oscuro l’ambiente
e oscuri i pensieri.
Tu guardi
e rimiri il tuo volto
nel vetro lì a fianco.
Raccogli ricordi a brandelli
e componi a tua gloria
gli stessi.
No, sciocco.
La mente
ti pone talvolta davanti
uno specchio.
Non tuffartici dentro.
È incrinato
e deforma.
Ti vedi sublime nel più delle volte
e ti scruti.
Ti piace.
Ma spesso, non sempre, deforma.
Potrebbe accadere vederti
qual sei.
Non scrutarti all’interno.
Non puoi pencolare
dal treno che corre.
Se rendi cosciente te stesso
di tutto
un argine lasci alle spalle
in terreno sicuro.
Non far forza
su quel parapetto.
È l’unico forse
che ostacola il crollo
di tante illusioni.
Alessandro Conte
UNA MOGLIE
Dir non posso. È troppo intimo e sfacciato
ed anche questo lei me l’ha promesso.
Sapete di che parlo: certo, sesso.
Già basterebbe questo e sono stato
ad aspettare invan siccome un fesso
dalla consorte d’essere appagato.
Lei non mantiene mai ma innamorato
son sempre. Ed oggi a tavola m’ha messo
sciapo brodino e non verzi col riso.
Promesso pure quello e a ricordarlo
lei fa spallucce e dice col sorriso:
“Il tempo m’è mancato a prepararlo.”
Ha beltà, forza e spirito ben gaio
ma se promette sembra un marinaio.
Alessandro Conte
CONSOLAZIONE
Sto in un giro a dir poco assai vizioso
da cui ricavo poco beneficio.
Son maritata a un tal malavitoso
che impiega me e tant’altre al meretricio.
Non sono mia neppure se riposo,
come se non bastasse il mio lavoro,
perché vuol far l’amore anche il mio sposo,
quel che mi tien venduta a peso d’oro.
Noia brutale sempre tutto il giorno
passato fra brutture senz’appello,
d’attese e d’abominio senza scorno.
Vien un gentile, a volte, tanto bello
e allora chissà come, per quel viso,
io sono per mezz’ora in Paradiso.
Alessandro Conte.
(Vi do appuntamento a mercoledì prossimo, 28 febb, con altre poesie)
Tags: Alessandro Conte
Ciao Alessandro piacere e complimenti per le tue poesie, indubbiamente belle
Bentornato
Eccezionale Ale
Eccezionale veramente
I miei complimenti
Grazie a tutti.